Bockbier: stagionale per tutto l’anno

Con il termine Bock vengono indicate quelle birre a bassa fermentazione, maltate e caratterizzate da un contenuto alcolico elevato.

Nonostante le varie convinzioni e leggende tramandate nel tempo, si crede che il nome ‘Bock’ derivi da diverse storpiature anche dialettali della pronuncia di ‘Einbeck’, città vicino ad Hannover che per prima produsse questo stile birrario. Il termine ‘Bock’, inoltre, in tedesco significa ‘caprone’: è per questo che spesso nelle etichette e nei loghi di questa birra è presente l’immagine di questo simpatico animale.

Tradizionalmente lo stile nasce nel nord della Germania, nella città di Einbeck, capitale birraria nel Medioevo teutonico, i cui cittadini avevano il diritto di produrre la birra in casa propria, mentre il Consiglio della Città si occupava della vendita e dello smercio della sovrapproduzione, al netto dei fabbisogni domestici. L’arte della produzione della birra era la più importante attività economica della cittadina e il sindaco spesso era anche un mastro birraio. Dal 1325, la birra di Einbeck cominciò ad essere esportata in paesi stranieri come l’Olanda, la Danimarca, la Russia; in molte città, Monaco compresa, vennero costruiti depositi di birra. Ma questo successo, durato circa tre secoli, era destinato a terminare: la città fu devastata da un incendio nel XVII secolo a cui seguì la Guerra dei Trent’anni. Non ci fu scampo per l’attività di produzione della birra. Il ricordo della qualità della birra di Einbeck‘buona come quella di Einbeck’ rimase viva e in diverse zone della Germania, in particolare a Monaco di Baviera, si tentò di produrre una Bock , anche se, ovviamente, non era possibile riprodurre fedelmente la ricetta originale.

Nel XIX secolo la produzione si diffuse nel territorio: alcune birrerie specializzate in Bock si insediarono nelle vicinanze di Vienna e a Berlino, oltre alla già citata Monaco che divenne la città patria della Bock, grazie alle innumerevoli birrerie che producevano una loro variante.

In seguito la produzione delle Bock si espanse in altri paesi europei, assumendo sfumature variegate in base alla personalizzazione e alla cultura del mastro birraio di turno; è il caso dell’Olanda che produce Bokbier, mediamente più scure delle ‘cugine’ tedesche, e che organizza ogni anno in autunno, l’Amsterdam Bokbier Festival.

Ai giorni nostri si possono trovare ottime Bock stagionali presso le piccole e medie birrerie indipendenti della Germania, oltre che negli Stati Uniti d’America: qui il recupero e la reinterpretazione dello stile, arrivato nel nuovo continente oltre un secolo fa per opera degli emigranti tedeschi, offre l’opportunità di poter spaziare ed inventare: è il caso della Left Hand Brewing Company con la sua Goosinator Smoked Doppelbock oppure della Tommyknocker Brewery con la Butt Head Bock.

Tra i personaggi storici, Martin Lutero aveva un debole per questa birra, tanto da consumarla pubblicamente in due occasioni: per il suo matrimonio e durante la Dieta di Worms nel 1521. Nel parlamento di Worms, il duca Erich gli offre un boccale di birra che viene subito lodata con le parole: ‘La miglior bevanda che io conosca è la birra di Einbeck’.

In Germania, ai giorni nostri, vengono prodotte in tutto il territorio, in particolare nell’area di Monaco di Baviera. Sono birre importanti, quasi da meditazione; presentano una gradazione minima di 16 Plato, ottenuta utilizzando prevalentemente malto di tipo Munich come base,  un’attenuazione tra il 67 % e il 73 %; il colore può andare dall’ambrato chiaro al bruno scuro; gli aromi sono dell’area del malto, come cioccolato, tostato, caramello; il finale è secco e la luppolatura dona equilibrio senza conferire particolari aromi erbacei o floreali.

Le Bock sono divise in diversi sottostili.

Doppelbock: letteralmente ‘doppie bock’, hanno origine presso i monaci conosciuti come ‘Paolini (Paulaners)’ di Monaco di Baviera: veniva prodotta una birra con un contenuto di alcol molto elevato da poter bere in occasione dei digiuni dell’Avvento e della Quaresima, durante i quali diventava il ‘pane liquido’ del monastero. Le doppelbock  partono da un grado Plato non inferiore a 18, con un gusto e aroma molto intensi. In Germania sono riconoscibili dal suffisso –ator nel nome, riprendendo la ritmicità della prima doppelbock chiamata Salvator.

Eisbock: letteralmente ‘bock di ghiaccio’, è uno stile che comprende le Bock che subiscono un parziale congelamento in post fermentazione: vengono così eliminati, sotto forma di cristalli, acqua ed altre sostanze del luppolo (tannini e resine), rendendo così la birra più alcolica e dal gusto pulito.

Partono da una gradazione non inferiore a 22 Plato, mentre l’amaro è il più pronunciato tra tutte le Bock. Da non confondere con le Ice Beer industriali, molto più recenti e caratterizzate da una diversa tecnologia produttiva.

Hellesbock o Maibock: ‘bock di maggio’ sono varianti nelle quali l’utilizzo di malti scuri è meno importante,  mentre viene incrementata leggermente la quantità di luppolo impiegato: ne risulta così una birra più beverina, dal colore dorato e lievemente più amara. Tradizionalmente viene prodotta a Marzo per essere consumata dal mese di Maggio, spesso con cerimonie ufficiali o popolari in occasione dell’apertura dei Biergarten.

Weizenbock: è la variante di frumento di una Bock, anche se si tratta di una birra ad alta fermentazione: prodotta con almeno il 40% di malto di frumento, ne risulta una Weizen molto corposa, con un contenuto alcolico di almeno il 6,5%, aromi di frutta matura  e spezie, una cremosità sostenuta ed un colore che può variare dall’ambrato al bruno.

Tra i sottostili meno diffusi: Weizendoppelbock, una Weizenbock più robusta; Ur-Bock, la bock tradizionale più vicina alla vecchia ricetta della città di Einback; Weihnachtsbock, la bock prodotta per festeggiare le feste di Natale.

Brindiamo con una Bockbier: una specialità stagionale disponibile tutto l’anno!

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