La filtrazione, la pastorizzazione e il confezionamento

Gli ultimi tre processi che entrano in gioco nella filiera industriale della birra sono la filtrazione, la pastorizzazione e il confezionamento. Andiamo insieme alla scoperta di questi tre processi e di ciò che consentono di ottenere.

Filtrazione

La filtrazione è un processo di fondamentale importanza nella filiera industriale della birra. Con la filtrazione è possibile rimuovere le particelle grossolane, che hanno una dimensione da 10 a 13 micron, i lieviti con dimensioni da 4 a 8 micron e i batteri da 0,6 a 2 micron. Si ottiene così la sterilità di cui la birra ha bisogno per essere immessa sul mercato.

Non solo, con la filtrazione si offre alla birra stabilità, così che possa mantenere invariata la sua qualità nel corso del tempo. Inoltre il prodotto anche alla vista appare migliore, più brillante e limpido infatti, più semplice proprio per questo motivo da vendere sul mercato odierno.

Pastorizzazione

Oltre alla filtrazione, è necessario far scendere in campo anche la pastorizzazione della birra nella produzione industriale, per riuscire a garantire un’igiene impeccabile e la possibilità di conservare al meglio la birra. Di solito, anzi, si procede prima alla pastorizzazione della birra e poi alla filtrazione.

Per pastorizzare la birra, è necessario aumentare la sua temperatura fino a 60°C e mantenerla tale per circa 20 minuti. In questo modo i microrganismi potenzialmente pericolosi per la salute vengono eliminati e la birra quindi sterilizzata. Non solo, la pastorizzazione permette di rendere più uniformi gli aromi della birra, per un sapore più corposo, migliore.

L’unico inconveniente della pastorizzazione è l’eliminazione di una parte dei lieviti. Proprio per questo motivo può rendersi necessario aggiungere alla birra un po’ di anidride carbonica. C’è da dire che anche alcuni elementi nutritivi naturalmente presenti nella birra possono svanire a causa della pastorizzazione.

Confezionamento, perché è importante

Veniamo infine al confezionamento della birra. Da un punto di vista tecnico, il confezionamento della birra consente di:

  • Contenere la birra.
  • Proteggere la birra dall’ambiente esterno e conservarla adeguatamente.
  • Consentire il corretto trasporto della birra, la sua distribuzione.

Il confezionamento non è utile però solo dal punto di vista tecnico e per i motivi suddetti. Il confezionamento della birra deve essere realizzato anche in un’ottica di marketing. A seconda delle caratteristiche che la confezione possiede, si ha infatti modo di catturare l’attenzione del proprio target di riferimento, rendendo quella birra accattivante, bella, capace di magnetizzare gli sguardi e quindi capace di favorire la vendita.

Il vetro per il confezionamento della birra: vantaggi e svantaggi

Il materiale in assoluto più utilizzato per il confezionamento della birra è il vetro, perché è un materiale inerte e che consente di ottenere un’igiene impeccabile. Il vetro resiste senza alcuna difficoltà anche a pressioni elevate e consente di evitare la diffusione dei gas. Inoltre si tratta di un materiale esteticamente accattivante: dal punto di vista del marketing il vetro è insomma quello che funziona meglio.

Nonostante questo, il vetro è fragile, ha costi di produzione elevate e pesa molto. Inoltre durante il riempimento delle bottiglie di birra è necessario prestare una grande attenzione, affinché non si crei un contenuto di ossigeno eccessivo, schiuma, contaminazione batterica, perdite. Questi sono comunque rischi che possono essere minimizzati optando per la rifermentazione in bottiglia.

Le lattine per il confezionamento della birra

Le lattine comportano un efficiente scambio termico e proprio per questo motivo consentono di diminuire i tempi di pastorizzazione. La birra si riscalda grazie alle lattine in modo regolare e omogeneo, a differenza di ciò che accade invece nelle bottiglie di vetro dove la birra nella zona del collo si scalda di più rispetto a quella posizionata in basso.

Le lattine inoltre sono impermeabili all’umidità, alla luce e ai gas. Sono facilmente trasportabili e possono essere riciclate con estrema semplicità. Il problema è che le lattine non sono affatto semplici da riempire. Se non sono di elevata qualità, possono alterare il gusto della bevanda. Inoltre anche le lattine di più alta qualità possono comportare un retrogusto metallico. Da ricordare infine che le lattine non sono esteticamente molto accattivanti. Non possono proprio per questo motivo essere considerate uno strumento di marketing eccellente.

I fusti per il confezionamento della birra

I fusti per il confezionamento della birra erano un tempo realizzati in legno. Oggi invece sono realizzati perlopiù in alluminio. Sono estremamente resistenti agli acidi e alle basi. Possono inoltre essere pressurizzati e sono in grado di mantenere la pressione in modo impeccabile. Sono infine piuttosto leggeri. È però importante ricordare che sono difficili da sanificare e sono piuttosto costosi.

I fusti sono oggi disponibili anche in PET, leggeri e davvero molto economici, capaci inoltre di resistere senza difficoltà alla pressione interna. Il problema è che hanno una bassa resistenza termica, e questo significa che non possono essere sterilizzati. Non sono inoltre pallettizzabili e risultano piuttosto fragili.

Imballaggio primario, secondario e terziario

I materiali di cui abbiamo appena parlato, sono quelli utili per l’imballaggio primario della birra, quelli cioè che hanno il compito di contenere la birra e che stanno a suo diretto contatto. Poi è necessario prendere in considerazione per la filiera industriale anche l’imballaggio secondario e quello terziario.

L’imballaggio secondario è un involucro esterno in cui i contenitori di cui abbiamo parlato in precedenza vengono posizionati, così da creare un’unità di vendita. Deve trattarsi di un imballaggio capace di proteggere al meglio i contenitori in cui la birra è stata inserita, soprattutto dalle sollecitazioni a cui necessariamente sono soggetti durante l’immagazzinamento e durante il trasporto verso i vari punti vendita.

L’imballaggio terziario consiste nelle unità che consentono di rendere più semplice la spedizione del prodotto, il suo trasporto e la sua pallettizzazione.

Reply