Editto della purezza

Il Reinheitsgebot bavarese (“Editto della Purezza”)  venne sottoscritto il 23 Aprile 1516 ad Ingolstadt, una cittadina a un centinaio di chilometri a nord di Monaco famosa oggi per essere la sede dell’Audi, dai fratelli e duchi Guglielmo IV e Ludovico X. Questa legge specificava tassativamente il vincolo di qualunque produzione di birra all’ utilizzo di malto d’ orzo, luppolo ed acqua come materie prime. Non viene specificato, tra le materie prime, il lievito, in quanto all’ epoca del Reinheitsgebot non era ancora stato scoperto (le prime evidenze di Pasteur risalgono al XVII secolo). Il Reinheitsgebot rappresentò il culmine di una lunga metamorfosi di leggi, durata più di 200 anni, che disciplinava la produzione della birra in modo tale da non permettere l’ utilizzo di sostanze nocive oppure per destinare ingredienti essenziali per l’esclusiva e vitale produzione del pane. Inoltre fissava i prezzi della birra assicurando in questo modo un alimento di base alla popolazione: i cattivi raccolti del grano avevano avuto come conseguenza l’aumento del prezzo della birra, spesso incontrollato.

Un altra motivazione alla base dell’emanazione dell’editto del 1485 fu la volontà del Principe di condizionare i produttori di birra a livello economico, concedendo il privilegio come una prerogativa speciale. La birra bavarese diventò così un “marchio di qualità”.

Traduzione del Reinheitsgebot: “Con questa ordinanza, noi decretiamo e proclamiamo, secondo l’ Autorità della nostra provincia, che d’ora in avanti nel Ducato di Baviera, dalla campagna alle città e nei posti di mercato, sia applicata la seguente legge: dal giorno di San Michele (29 settembre) al giorno di San Giorgio (23 aprile) il prezzo per una misura (Mass) o una testa(Kopf) di birra non deve superare un Pfenning e dal giorno di San Giorgio al giorno di San Michele il prezzo per un Mass non deve superare i due Pfenning e quello per un Kopf i tre talleri (Heller). La violazione di questo decreto sarà punita così come sotto descritto. Chiunque può produrre birra oltre alla Marzen, ma e’ vietato venderla per più di un Pfenning per Mass. Inoltre, noi specialmente desideriamo che da questo momento in poi e dovunque, niente deve essere usato od addizionato per produrre birra che non sia orzo, luppolo ed acqua. Chiunque intenzionalmente disubbidisca a questo decreto sarà severamente punito dalla corte che ha giurisprudenza su di lui e gli verranno confiscati i barili di birra. Ogni qualvolta un locandiere acquisti birra al prescritto prezzo da qualche birreria, gli è permesso rivenderla ai contadini per un Heller in più al Mass o al Kopf di quanto menzionato sopra.” (traduzione tratta da www.mondobirra.org)

Ancora oggi la Biergesetz (“Legge per la Birra”) tedesca, che regola a sua volta la produzione della birra in Germania, si basa fortemente sul Reinheitsgebot. Furono incorporate in vari disciplinari delle corporazioni e leggi locali in tutta la Germania, e nel 1952, furono incluse nel Biersteuergesetz (legge sulla tassazione della birra) della Germania Ovest. Molti birrai in quella occasione obiettarono alla legge, dissentendo più sull’ammontare delle tasse che sui requisiti degli ingredienti. La legge doveva applicarsi solo alle birre lager, ma presto birrai che producevano altre tipologie birrarie si adeguarono.

Oggi le leggi dell’Unione Europea permettono altri ingredienti oltre a quelli ammessi dal Reinheitsgebot – tutto ciò che è ammesso negli altri cibi è permesso anche nella birra – ma la maggior parte dei birrifici tedeschi si conformano volontariamente al Reinheitsgebot, usandolo come un potente strumento di marketing.

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